Oltre l’80% dei marchigiani la mangia almeno una volta al giorno. Ma le Marche della pasta volano anche nei piatti esteri con l’export in aumento e la produzione di grano duro che si conferma la terza d’Italia per quantità. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Marche su dati Istat in occasione della Giornata Mondiale della Pasta che si celebra il 25 ottobre.
L’alimento simbolo del Made in Italy e della Dieta mediterranea, per quanto riguarda il comparto marchigiano ha superato gli 8,5 milioni di euro nel secondo trimestre 2019, in aumento del 5,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un comparto in crescita che ha visto l’ultima trebbiatura superare i 3,3 milioni di quintali su oltre 90mila ettari di terreni coltivati. Risultati conseguiti grazie anche all’etichettatura obbligatoria che indica l’origine del grano sulle confezioni di pasta.
“La tracciabilità della filiera e l'origine del grano sono strumenti di conoscenza per i cittadini ed economici per gli agricoltori da cui non si può più prescindere – commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - Lo testimoniano gli oltre 46mila marchigiani che hanno firmato la nostra petizione che, forte del consenso di oltre 1 milione di cittadini in tutta Italia, costringerà la Commissione Europea a prendere posizione in merito ad una legislazione comunitaria necessaria per garantire la trasparenza di ogni filiera agroalimentare”.
Secondo un’analisi Immagino Nielsen GS1, l’appeal del Made in Marche è cresciuto di oltre il 2%. Un successo dovuto all’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del grano impiegato fortemente sostenuto dalla Coldiretti ed entrato in vigore a febbraio dello scorso anno.