26 Gennaio 2011
COLDIRETTI MARCHE, STOP A RISARCIMENTI DANNI E BUROCRAZIA MINACCIANO PACE NEI CAMPI

10Il fatto che si pensi di non risarcire più gli agricoltori dei danni causati dalle specie selvatiche non cacciabili rischia di far salire la tensione nelle campagne e dimostra la necessità di semplificare una situazione burocratica che vede oggi le imprese costrette a perdersi in un vero e proprio labirinto, con ben quattro soggetti diversi che gestiscono i rimborsi.
E’ l’attacco di Coldiretti Marche dopo che uno degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) di Pesaro ha rivisto i criteri di erogazione dei risarcimenti. In pratica non verrebbero più pagati i danni provocati da tutte le specie selvatiche non cacciabili. Il tutto in una situazione che vede gli agricoltori già indifesi dinanzi agli attacchi di cinghiali e lupi, con colture devastate e pecore sbranate che non vengono risarcite che in parte. Una decisione che ha sollevato preoccupazione tra le imprese ma che evidenzia ancora una volta due problemi: le complicazioni burocratiche e la mancanza di un’adeguata copertura finanziaria per garantire il rispetto della normativa.
Innanzitutto, secondo Coldiretti, occorre che a gestire danni e fondi sia un solo soggetto, mentre attualmente ci sono quattro possibili procedure a seconda che il danno sia stato causato in una zona cacciabile (Atc), in strada (Regione), in un’area protetta (enti parco) o da lupi, orsi e cani randagi (ancora la Regione ma attraverso un altro meccanismo).
Serve poi la costituzione di un fondo regionale aperto per garantire che agli agricoltori sia risarcito l’intero danno e non solo una parte come accade oggi. Ancora, Coldiretti sollecita una  revisione della legge regionale 15/94 sulla gestione delle aree protette, in maniera che i piani di contenimento del numero degli animali selvatici  possano riguardare l’intero territorio. Infine, sono necessari incentivi adeguati per le imprese agricole rivolti al recupero e alla ricostituzione degli habitat naturali.

Mercato di Campagna Amica

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