10Il fatto che si pensi di non risarcire più gli agricoltori dei danni causati dalle specie selvatiche non cacciabili rischia di far salire la tensione nelle campagne e dimostra la necessità di semplificare una situazione burocratica che vede oggi le imprese costrette a perdersi in un vero e proprio labirinto, con ben quattro soggetti diversi che gestiscono i rimborsi.
E’ l’attacco di Coldiretti Marche dopo che uno degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) di Pesaro ha rivisto i criteri di erogazione dei risarcimenti. In pratica non verrebbero più pagati i danni provocati da tutte le specie selvatiche non cacciabili. Il tutto in una situazione che vede gli agricoltori già indifesi dinanzi agli attacchi di cinghiali e lupi, con colture devastate e pecore sbranate che non vengono risarcite che in parte. Una decisione che ha sollevato preoccupazione tra le imprese ma che evidenzia ancora una volta due problemi: le complicazioni burocratiche e la mancanza di un’adeguata copertura finanziaria per garantire il rispetto della normativa.
Innanzitutto, secondo Coldiretti, occorre che a gestire danni e fondi sia un solo soggetto, mentre attualmente ci sono quattro possibili procedure a seconda che il danno sia stato causato in una zona cacciabile (Atc), in strada (Regione), in un’area protetta (enti parco) o da lupi, orsi e cani randagi (ancora la Regione ma attraverso un altro meccanismo).
Serve poi la costituzione di un fondo regionale aperto per garantire che agli agricoltori sia risarcito l’intero danno e non solo una parte come accade oggi. Ancora, Coldiretti sollecita una revisione della legge regionale 15/94 sulla gestione delle aree protette, in maniera che i piani di contenimento del numero degli animali selvatici possano riguardare l’intero territorio. Infine, sono necessari incentivi adeguati per le imprese agricole rivolti al recupero e alla ricostituzione degli habitat naturali.
26 Gennaio 2011
COLDIRETTI MARCHE, STOP A RISARCIMENTI DANNI E BUROCRAZIA MINACCIANO PACE NEI CAMPI